Gio Ponti nasce a Milano il 18 novembre 1891. Si laurea in architettura al Politecnico della sua città nel 1921. Opererà nell’arco di ben sei decenni - dagli anni Venti agli anni Settanta - non solo in architettura, ma anche nei campi della pittura, del design, dell’insegnamento, del giornalismo. Progettare e promuovere la qualità attraverso mostre e riviste, erano obiettivi univoci per Ponti, e per il suo senso del futuro. Degli anni Venti sono le sue prime architetture “neoclassiche”, dalla casa di via Randaccio a Milano, alla casa Bouilhel a Garches, Parigi. Dal 1923 al 1930 è direttore artistico della Richard Ginori, di cui rinnova l’intera produzione. Per Ponti la ceramica fu sempre un’esplicazione prediletta, dall’ideazione delle “bottiglie animate” per la Ceramica d’Imola, alle numerose serie di ceramiche spesso ideate in connessione con opere d’architettura, come le piastrelle a rilievo i “diamanti” della Ceramica Joo per le facciate del grattacielo Pirelli, od i rivestimenti ceramici delle facciate dei Magazzini Shui-Hing a Hong Kong, dei Magazzini Bijenkorf a Eindoven in Olanda, del palazzo INA in via S. Paolo a Milano. Nel 1928 fonda la rivista Domus, che dirigerà per oltre quarant’anni. Nel 1941 fonda la rivista Stile. Dell’architettura di Ponti, nota in tutto il mondo, si può ormai parlare in termini emblematici: se la sua torre Pirelli è assurta a simbolo architettonico degli anni Cinquanta, la cattedrale di Taranto e il museo di Denver, nel Colorado, stanno emergendo come simboli architettonici degli anni Settanta. Nel design, la pontiana macchina per il caffé espresso della Pavoni, contrassegnò la ripresa creativa del design anni Cinquanta, come la seggiola “superleggera” della Cassina; i “pavimenti colorati” per le “Salzburger Nachrichten” a Salisburgo sono il contributo pontiano alla figurazione degli anni Settanta. Ponti muore a Milano il 16 Settembre 1979 all’età di 88 anni.